Nono dono: la libertà da egoisticale a sacrificale. Gesù
chiama i piccoli, se li unisce, se li fonde con ogni benedizione.
Operazioni spirituali affidate a un segno.
Tra i due: l’iniziale e il finale, sceglie il primo: il bambino,
non il vecchio.
1) Chiama i bambini come segno della chiamata dei piccoli.
Lui chiama per insegnare; Lui li chiama per difenderli.
Pneumatica magia quella del visuato Paterno, che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la libertà egoisticale,
ed ecco uscir fuori la libertà sacrificale. Satana me
l’ha rapita, il visuato Paterno me l’ha restituita, il visualizzato
Figliale me l’ha irrobustita, insegnadomi a discipulare,
chiamandomi a piccolare.
Gesù chiama a piccolare. Fa il piccolo colui che prende su
di sé il suo giogo dolce e soave.
1) Ieri era il suo giogo esemplare: ‘Prendete su di voi il mio
giogo, e imparate da me che sono mite e umile di cuore’.
2) Oggi è in arrivo un giogo superiore assai: il suo giogo
spirituale: è il suo spirito di amore sacrificale fatto
pronto nella sua metamorfosi crociale.
Come fa con quel suo spirito di amore sacrificale a fare su
i piccoli?
Con 4 operazioni concatenate:
a) Gesù chiama a piccolare: ‘Venite’
b) I chiamati se li unisce coniugalmente
c) I coniugati se li fonde concezionalmente
d) Ai concezionalizzati va la totalità delle sue benedizioni.
Queste 4 generazioni sono Pneumatiche: Gesù le compie
mediante l’azione dello Pneuma. Sono dunque generazioni
spirituali che Gesù si è premurato di riprodurre sensibilmente,
in un segno sensibile.
Vi erano due segni possibili nella vita della persona:
1) Un segno iniziale: un segno che ha segnato l’inizio
della nostra esistenza. Siamo incominciati in forma di
piccolezza estrema: un concentrato sommo di potenzialità
umane, neppure visibili a occhio nudo. Un tale concentrato
che gli sono abbisognati nove mesi per dispiegarsi
nella perfezione complessa di un corpo umano
vivente pronto a venire alla luce. L’infante, il fanciullo,
il bambino è il segno sensibile che Gesù poteva scegliere,
per darci una idea del piccolo che fa su.
2) Un segno finale: un segno che segnerà la fine della
nostra esistenza: la vecchiaia: nella quale ridiventeremo
piccoli di necessità. Anche il dire popolare è su questa
linea: ‘A diventare vecchi si diventa bambini’.
Due segni assai simili. La condizione comune al bambino
e al vecchio è quella dell’impotenza: il bambino non può
in tante cose; il vecchio pure non può in tante cose.
Piccolo il bambino, piccolo il vecchio: ambedue piccoli di
necessità o di natura. Gesù voleva un segno universale,
valevole per tutti. Non il segno della vecchiaia: non tutti
infatti ci arrivano; ma il segno del bambino: ognuno ci
passa per quel segno! Anche tutti noi siamo stati per alcuni
anni dei bambini.
Ebbene, il bambino è il segno più appropriato a parlarci
dei piccoli. Segno profeticale o parlante per farci sapere
che Gesù chiama i piccoli, si fa vedere a chiamare i bambini.
Matteo 18, 1: ricaviamo la chiamata del bambino: la
lezione non è bastata: ‘Se uno vuole essere il primo sia
l’ultimo di tutti e di tutti servitore’. Allora chiamato a sé
un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: ‘Se non cambiate
e non diventate come i bambini...’. Marco 10,13: Le
mamme presentano i bambini da toccare e da benedire, e
pregare su di loro. I discepoli li cacciano: sono rumorosi!
Gesù vede e si adira, e li chiamò a sé e disse: ‘Lasciate che
i fanciulli vengano a me’. Il bambino è il segno profeticale
del piccolo. Gesù chiamando i bambini impotenti fa
sapere che chiama la persona alla impotenza: a piccolare!