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Nono dono: la libertà da egoisticale a sacrificale.
3) Terza operazione: i coniugati se li fonde concezionalmente.
Unione, fusione. Donde a Gesù la capacità?
Quale il nome proprio da dare alla fusione concezionale.
Il piccolo vi giunge per via del visuato Paterno.
Prosegue la fusione nel fare e matura nel diventare con
me: comunione di vita.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la libertà egoisticale
ed ecco uscir fuori la libertà sacrificale. Satana me l’ha rapita,
il visuato Paterno me l’ha restituita, il visualizzato Figliale
me l’ha irrobustita, insegnandomi a discipulare e chiamandomi
a piccolare. Ai chiamati di ieri porge un giogo esemplare.
Ai chiamati di oggi porge un giogo spirituale: il suo spirito di
amore sacrificale. Con esso i piccoli li fa su così:
1) Li chiama a piccolare
2) I chiamati se li unisce coniugalmente
3) I coniugati se li fonde concezionalmente
4) Ai concezionalizzati la totalità delle sue benedizioni.
Operazioni spirituali che Gesù riproduce in un segno sensibile
appropriato qual è il bambino. Per dire che chiama a piccolare,
Gesù chiama e richiama i bambini. Per dire che i
chiamati se li unisce coniugalmente, Gesù abbraccia i bambini
singolarmente. E per dire che i coniugati se li fonde concezionalmente?
La fusione concezionale non può avere un
suo segno specifico. Ma ha il suo aggancio sicuro nella stessa
unione coniugale. Infatti l’unione coniugale è l’unione
fisica dell’uomo con la donna in vista esclusivamente di una
umana concezione. Non sempre questo avviene per l’alternarsi
di periodi di fecondità a quelli di infecondità. Quello
che può mancare nel coniugio maritale non viene mai a mancare
in quello divino. Ogni volta che Gesù si unisce coniugalmente
un piccolo, se lo fonde sempre concezionalmente.
1) Mettiamo a confronto l’unione e la fusione. La fusione
è molto di più di una semplice unione.
a) Nella coppia l’unione coniugale si scioglie, anche se
repetibile. La fusione non avviene nella coppia, ma
nel nuovo essere umano. La fusione si chiama concezione:
né si scioglie, né si ripete.
b) Con Gesù l’unione coniugale matura sempre in
fusione che più non si scioglie e più non si ripete.
2) Donde viene a Gesù quel meraviglioso potere? Gli
viene dal suo talamo metamorfosale sacrificale. Con la
sua libera morte di croce il suo spirito di amore assume
potenzialità che prima non aveva: si rende espropriabile,
cedibile, concepibile, vivibile al sacrificale. In quella
potenzialità talamica Gesù concepisce potenzialmente
tutta la piccolarità ecclesiale. Nello svolgimento
della storia ecclesiale li concepisce con atto singolare e
personale.
3) Come si chiama la fusione che Gesù opera con i piccoli?
L’abbiamo chiamata concezionale; è quindi una concezione
Pneumatica, e siccome Gesù l’ha chiamata
Battesimo, allora noi la chiamiamo Concezione
Battesimale. La fusione dello spirito Figliale col piccolo,
compiuta dallo Pneuma, ce lo porta dentro, e ce lo
unisce; l’unione di chiama Cresima. Di qui, Concezione
Battesimale Cresimata Cosciente. Cosciente: perché se
ne ha la conoscenza chiara, anche se il momento concreto
sfugge alla individuazione umana.
4) Per quale via il piccolo arriva alla concezione battesimale
cresimata cosciente? Ve lo guida e ve lo conduce
il visuato Paterno. Per quel visuato la persona si vede
battezzata e cresimata con concezione Paterna incosciente.
Il visualizzato Paterno fa visualizzato il
Figliale, che perviene alla medesima concezione
cosciente. Fusione concezionale e quindi iniziale. Essa
prosegue nel fare con un amore che mi fa sacrificale in
azione e in accettazione.
Con questa comunione di vita il piccolo si fa grande col
Cristo, e tale rimarrà in eterno.

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