Conclusione


L’incantesimo, passando dalla magia della visione
specchiata, ci ha resi più presentabili al reale, e ha reso
anche più presentabile il reale a ciascuno di noi. L’effetto
magico è più concreto della stessa realtà, che, confusa dal
caos quotidiano e dagli impulsi del momento, deve reimparare
a giocare, a strutturare se stessa e a comporsi in un
sereno disegno che ora solo la magia dell’‘Abracadabra’
le può regalare.
Si scopre ora che il vero studente è il più distratto da
quella realtà confusa che lo confondeva; e il più attento
alla magia, con la quale, attraverso la sua distrazione, si
fonde. Il regno dei folletti: dei folli, della pazzia e dell’assurdo,
non pare poi tanto contrario a questo mondo, ora
che gli estremi si avvicinano e si toccano, grazie alla
energia della magia, che tutto quanto va trasformando e
reinventando, rivivendolo in novità.
Il già dato è in rivoluzione e si agita, perché scardinato
e fuori dai gangheri; ogni logica assodata si è sciolta
come neve al sole, e ogni affermazione secolare è svanita
in un secondo di tempo, ritrasformandosi, a partire dalla
propria morte, in un’aurora di nuova sapienza.
È la magia più naturale che c’è, che c’è stata e che ci
sarà; ce ne mancava solo la formula, che ora ci è donata.
La vivacità dello studente si è trasformata, grazie
all’‘Abracadabra’, in una nuova vitalità, per sé e per tutti.
E ora appare, emerge e gioiosa si avvicina a ciascuno,
quale frutto di questo incantesimo, la più reale e regale
delle regine umane: l’anima della fantasia, che noi tutti
possiamo invocare, pronunciandoci l’‘Abracadabra’, che
in quel mentre ci trasformerà a nostra volta a sua immagine:
‘amanti’.



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