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Nono dono: la libertà da egoisticale a sacrificale.
Benedizioni divine per i piccoli.
*) Difficilmente scandalizzabili quaggiù. È pronto a impedire
quello dall’esterno e dall’interno. Parole roventi di
Gesù su chi scandalizza uno dei suoi piccoli.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la libertà egoisticale,
ed ecco uscir fuori la libertà sacrificale. Satana me
l’ha rapita, il visuato Paterno me l’ha restituita, il visualizzato
Figliale me l’ha irrobustita insegnandomi a discipulare,
chiamandomi a piccolare. Il piccolo che chiama se lo
unisce, se lo fonde e se lo carica di benedizioni.
1) Bene accogliente e sicuro rientrante nel Regno di Dio lassù.
2) Identificato con Gesù
3) E con la Trinità.
4) Piccolante quaggiù, grandeggiante lassù.
5) Benedetti i piccoli difficilmente scandalizzabili quaggiù:
entriamo subito in questa benedizione nuova, guardando
in faccia allo scandalo: ‘Tutti gli impulsi che
provocano alla morte dell’amore un aggravamento
sono scandalo’.
L’amore Paterno che si è dato da vivere al nostro incominciare,
Satana ce lo ha mandato in malattia. Ne ha fatto
amore per me, carico di morte viva, che fa azione di
morte. Me ne ha fatto: amore di odio o di morte. La malattia
dell’amore si svolge automaticamente per ogni impulso
che mi può venire prima dal mondo esterno e di conseguenza
dal mio mondo interiore. (Impulsi capaci di far
camminare la malattia dell’amore)
1) Dall’esterno sono le cose, le persone, le parole, i fatti che
mi toccano. Per toccarmi si avvalgono dei sensi esterni:
vista e udito. I tre passaggi sono immediati e strettamente
concatenati. Eccoli: a ogni tocco il mio sentire nell’amore
di odio. A ogni sentire il mio agire immediato o
di presa o di respinta. A ogni agire il mio acconsentire. A
quel punto lo scandalo si è perfettamente realizzato.
2) L’immagine di ciò che ha prodotto lo scandalo si stampa
perfettamente nella mia mente, pronta a produrre
nuovi scandali successivi. Per cui lo scandalo attivato
dall’esterno, si riattiva dall’interno.
‘Il piccolo benedetto difficilmente scandalizzabile’:
1) Non ce la fanno le cose. Sempre attento su di sé, coglie
prontamente ogni sentire e se lo nega decisamente
togliendosi qualsiasi piacere che possano fruire.
Quest’arte è evangelica. Mano: monco. Piede: zoppo.
Occhio: semicieco.
2) Non ce la fanno le persone. Non si coniuga con nessuno;
è già coniugato con Dio. Non si fonde con nessuno:
lo è concezionalmente con la Trinità. Non coltiva minimamente
la comunione egoisticale con le persone, e
nessuna ha potere su di lui. Non ha amici ai quali si
finisce per soggiacere con estrema facilità. Del piccolo
non si dice: sono stati i suoi amici a rovinarlo.
Benedetto perché è difficilmente scandalizzabile. Ma per
chi lo avesse a tentare e a fare Gesù ha parole roventi. ‘Ma
chi scandalizza uno di questi piccoli...’. Minaccia? Augurio?
Condanna? No, con quel ‘meglio’. Vuol far capire che male
è. Annegare: è male, ma non il peggiore. È male migliore. Il
peggiore: è sprofondare nell’abisso infernale. Donde la
madornalità dello scandalizzare un piccolo? Straccia
sacrilegamente l’identità del piccolo con Gesù e la Trinità.

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