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Decimo dono: la preghiera da egoisticale a sacrificale.
Il fare beneficale fa bene a me e fa bene anche al beneficato.
Bene fisico e anche Pneumatico?
Sì, se viene dal sacrificale e mi porta al sacrificale vero e
proprio: di libera accettazione e di necessità donativa.
Del fare sacrificale di libera accettazione:
1) Sorgente e dono
2) Quello dai fratelli nostri: liberamente accettato dai
sacrificatori.
Mezzo: odio umano.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera del
dire egoisticale ed eco venir fuori la preghiera del fare
sacrificale.
Convinti del sacrificale siamo passati all’azione:
1) Dapprima al fare degoisticale che mi mette in preghiera
continua e metamorfosale (preghiera del fare degoisticale).
2) Poi al fare beneficale che mi mette in preghiera intermittente:
preghiera del fare beneficale.
Passo dall’egoisticale al beneficale rinnegando il primo. Il
fare beneficale a me sicuramente fa bene per la sua prove-
nienza dal sacrificale degoisticale, fa bene per quel tanto
di sacrificale che lo accompagna.
Ma a questo punto occorre pure domandarci: ‘Giova
anche al povero che necessita della mia beneficalità?’.
Sicuramente giova; ma a che cosa?
Non solo alla sua necessità che io soccorro, ma può giovare
o alla sua egoisticità o alla sua sacrificalità.
Se la mia benficalità è solo egoisticale serve unicamente
alla sua egoisticità: beneficalità fisica.
Ma come cristiano io sono chiamato ad associare a quella
fisica una beneficalità Pneumatica: donare al povero la
vita dell’amore sacrificale.
Lo faccio in parte mediante il sacrificale che do alla mia
beneficalità, me è sempre poca cosa.
Mentre l’erogazione più consistente viene dal mio fare
sacrificale vero e proprio: di libera (duplice) accettazione
e di necessità donativa.
Dal beneficale fisico al beneficale Pneumatico: un bene
fatto: non solo per la vita di quaggiù, ma soprattutto per la
vita di lassù.
Siamo all’apostolato sacrificale, alla missionarietà sacrificale,
alla convertibilità sacrificale dei peccatori fissi nel
loro peccare (Cuore della nuova evangelizzazione).
1) (Sorgente) Donde il fare sacrificale: da tre sorgenti: il
corpo mio, il creato suo, i fratelli nostri. Il sacrificale
dal corpo mio e creato suo è di necessità donativa, non
puntitiva. Il sacrificale dai fratelli nostri è di libera
accettazione. L’accetto da chi? Lo abbiamo sempre
chiamati i nemici. Ora non mi è più concesso dal
momento che al mio fare sacrificale occorre il fratello
che mi sacrifica. Da qui in avanti dunque i nemici li
chiameremo: i sacrificatori.
2) (Mezzo) Di che cosa disponiamo per sacrificare il fratello?
La persona ha una sola cosa a disposizione:
l’odio umano. È identico all’odio angelico, ma differisce
nella sua applicazione all’azione. L’odio ha un solo
contenuto: la morte; ma una morte viva, sempre pronta
a fare azione di morte, e quindi a uccidere in svariatissimi
modi.
1) A livello puramente spirituale non può fare alcuno
azione di morte sul fratello. Ha sempre bisogno di una
strumentazione sensibile.
Ciò che non avviene in Satana: Lui fa azione di morte
senza aver bisogno di alcun mezzo sensibile. Il suo
odio è angelicale.
Ma il mio odio è umano. Non temo alcun malocchio,
alcuna stregoneria e alcuna fattura.
2) La persona può fare del male solamente con una svariata
strumentazione sensibile: con la lingua: con la parola
orale; con la parola scritta, allora abbiamo la critica,
il giudizio, la condanna, la calunnia, la menzogna, la
diffamazione; come pure con la lingua del silenzio, e
allora abbiamo l’isolamento.
Può fare azione di morte o con fisicità semplice o con una
fisicità mediata da un mezzo o un’arma; sull’odio una
domanda non filosofica, ma Pneumatica: l’odio: morte
viva pronta ad uccidere: di chi è la morte?
È la morte di uno spirito divino Paterno che mi si è dato
da vivere al sacrificale e che Satana mi ha trasformato in
egoisticale: amore di morte, morte viva dell’amore
del Padre; possibile perché Lui è amore sacrificale e ama
piccolare.

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