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Nono dono: la libertà da egoisticale a sacrificale. Il visuato
Paterno mi fa visualizzato il Figlio. Mi offre il suo
giogo. Ha il suo personale: da generazione Paterna temporale.
Nessun rigetto, perché è dolce e soave. Lo è pure
il Paterno. Il giogo del Figlio è esemplare per 2000 anni.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la libertà egoisticale,
ed ecco saltar fuori la libertà sacrificale. Satana me l’ha
rapita, il visuato Paterno me l’ha restituita, il visualizzato
Figliale me l’ha irrobustita. Insegnandomi a discipulare,
meglio ancora: a piccolare. Gesù chiama a piccolare, tutti
coloro che sentono la schiavitù opprimente del loro giogo.
1) Una chiamata valida ieri per una persona piccolante per
necessità.
2) Non più valida oggi, perché la persona mentre si va
riscattando dal giogo della miseria fisica, si va pure
affrancando dal giogo della miseria morale.
Così la persona va perdendo il sentire più prezioso della
sua vita: quello del suo male morale; né potrà mai più
riprenderlo per la via della parola fideante. È già pronta
una via nuova: la via del visuato Paterno.
La persona visuata si vede e si sente gravemente ammalata,
all’eterna morte dell’amore votata, per quel meccanismo
automatico che Satana vi ha impiantato. È la persona
visuata al Paterno che riceve una fortissima sollecitazione
al visualizzato Figliale. A quella persona oppressa e
schiacciata Gesù (offre) presenta il suo dono. Per liberarti
dal tuo ti propongo il mio: ‘Prendete su di voi il mio giogo
e imparate da me che sono mite e umile di cuore’. Gesù
parla del suo giogo. C’è un giogo che è suo, perché a Lui
assegnato. È suo personale, ma è di derivazione Paterna. Il
suo giogo gli viene dal Padre:
1) Non si compone solamente di un esempio Paterno: c’è
anche questo, e Gesù ne parla: ‘Io non faccio nulla di
quello che non abbia visto fare dal Padre’.
2) È più che esempio. È lo spirito di amore sacrificale.
Infatti il primo Piccolo generato nel tempo dal Padre
metamorfosato è il Figlio: ‘Espropriato si cede in persona
di Figlio da vivere al sacrificale’.
Quel giogo Figliale talmente lo sente Figliale e dolce da
non provare mai il minimo rigetto, neppure quando nell’agonia
dell’orto si avvia alla sua prima sacrificalità che
è quella fisica; meno ancora lo farà nella sua sacrificalità
Pneumatica. Anzi, proprio nell’Orto dell’agonia domanda
pure per sé la totalità del giogo Paterno: se fosse possibile
superare i limiti della mia figlialità e partecipare alla totalità
del tuo giogo sacrificale. Dobbiamo pertanto dire che
quel giogo sacrificale Gesù lo sente soave e lieve, tanto da
desiderarne uno maggiore.
Non è meno dolce e soave il giogo sacrificale del Padre. Il
Padre non si è ancora stancato di questa umanità peccatrice
e massacratrice del suo amore, perché il suo anelito è al
sacrificale, che lo fa sempre più piccolare. Il Figlio possiede
l’amore sacrificale Paterno in forma personale.
Quell’amore ha il suo simbolo nel cuore umano. Un cuore
mite e umile pronto a qualsiasi sacrificale. La potenza dell’amore
sacrificale non gli viene meno in alcun istante,
perché non interrompe mai la sua comunicazione con il
Padre. La volontà sacrificale Paterna scorre inalterata nel
Figlio, ed è quel flusso Paterno che dà soavità e dolcezza
al suo sacrificale. Il segreto Figliale da non dimenticare è
nel suo devoto silenzioso amore sacrificale.

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