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Decimo dono: la preghiera da egoisticale a sacrificale.
3) Terza funzione del male fisico: il mezzo sicuramente
metamorfosale.
Male fisico è dono; è bene ma di passaggio la vita presente.
Va al suo sacrificio non come una aggiunta ma impasto.
La morte naturale attiva prima e dopo il peccato con
due metamorfosi diverse: meglio, peggio.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera egoisticale
ed ecco uscir fuori la preghiera sacrificale.
Sicuramente egoisticale è la preghiera di acquisizione
(appropriazione) e più ancora quella di liberazione dal
male fisico. Da esse mi ha distolto il visuato Paterno per
immettermi sulla via della preghiera sacrificale. Mi ha
concentrato su di essa, passandomi tre poderose convinzioni
Pneumatiche:
1) La prima già esaminata: il male fisico è un dono squisitamente
Paterno.
2) La seconda pure esaminata: il male fisico è un segno
marcatamente profeticale. Il creato è tutto un segno,
pronto a parlare non appena lo Pneuma gli dà la Parola.
Lo sta facendo col male fisico, che prende a parlare: di
un male Pneumatico, in tutto simile, ma ben più temibile.
È nato così un grandioso segno profeticale cui lo
Pneuma affida il superamento della gravissima crisi del
peccato fideato. Un segno profeticale pronto all’azione
veicolare: ‘Dal male che sento al male che non sento’.
Ora passiamo alla terza poderosa convinzione
Pneumatica:
3) Il male fisico è il mezzo necessariamente metamorfosale.
Occorre una percezione immediata della operazione che si
chiama metamorfosi. Il concetto generico di metamorfosi
è: ‘la trasformazione in meglio di un bene liberamente
sacrificato’. La vita è un dono divino; come tale è un bene.
Non un bene definitivo, tant’è vero che questa vita è mortale.
È un bene volto al suo passaggio, per questo pure il
Padre l’ha fatto un bene sacrificale. La morte della vita
presente è condizione per il suo passaggio e quindi la sua
metamorfosi. Una metamorfosi di tale portata da essere
universale. Il dono della morte fisica il Padre non lo nega
a nessuno. Qualcuno dice: ‘Ha fatto le cose giuste: muore
il povero, muore il ricco’. Diciamo invece: ‘Ha fatto una
cosa buona: la morte fisica ha una funzione metamorfosale
di grandissimo valore’; ‘È la trasformazione in meglio
di una vita liberamente sacrificata’. La sacrificalità della
vita fisica non è una aggiunta alla vita, ma è l’impasto
della vita stessa, che prende il via come un concentrato
sommo di potenzialità che nel loro svolgimento portano
con sé la morte. La morte è un dono naturale che il Padre
non ha mai bloccato con nessun dono preternaturale che lo
avesse a rendere inattivo. La morte era attiva anche prima
del peccato di origine.
1) Prima del male Pneumatico la morte era trasformazione
in meglio di una vita liberamente sacrificata.
2) Dopo il peccato è una trasformazione in peggio di una
vita forzatamente sacrificata.
Il meglio o il peggio la vita non l’ha da se stessa morendo,
mai; il meglio lo riceve dalla vita Pneumatica o vita dell’amore,
mentre il peggio lo riceve dalla morte
Pneumatica o dell’amore. È la vita dell’amore sacrificale
che mi trasforma in meglio la vita fisica sacrificata.
Me la trasformo in meglio quando la morte fisica me la
assume l’amore sacrificale strappandola all’amore egoisticale.
Satana non mi lascia amare la morte perché sa quanto
è preziosa.
Me l’ha fatta odiare non in se stessa perché è dono
Paterno, ma me l’ha fatta odiare nell’amore egoisticale
che ottiene stracciandomi il sacrificale. È l’amore egoisticale
che mi fa odiare la morte.
Tutti la odiano; tutti sono sotto il potere di Satana. Ora io
vado sciogliendo la mia egoisticità, e l’amore riprende la
sua sacrificalità.
È con l’amore sacrificale che io voglio vivere la morte
fisica con devoto silenzioso amore sacrificale. Con questo
amore la vita va in meglio.

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