Nono dono: la libertà da egoisticale a sacrificale.
Benedizione dei piccoli. Un giudizio reale fittizio per inserirviun’idea: giudizio ideale. Gesù vi presenta l’identità e
l’unità dei piccoli con Lui. Con quel giudizio ideale i piccoli
saranno universalmente celebrati.
Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il vecchio
fideato e tutto lo rinnova. Tocca la libertà egoisticale, edecco uscir fuori la libertà sacrificale. Satana me l’ha rapita, il
visuato Paterno me l’ha restituita, il visualizzato Figliale me
l’ha irrobustita, insegnandomi a discipulare, chiamandomi a
piccolare con un giogo spirituale: il suo spirito di amore sacrificale. I chiamati a piccolare se li unisce, se li fonde, caricandoli di benedizioni. Dopo le prime cinque:
1) Benedetti i piccoli bene accoglienti il Regno di Dio
quaggiù, sicuri rientranti nel Regno di Dio lassù.
2) Benedetti i piccoli, identità perfetta con Gesù.
3) Benedetti i piccoli, identità perfetta con la Trinità.
4) Benedetti i piccoli piccolanti quaggiù, grandeggianti lassù.
5) Benedetti i piccoli difficilmente scandalizzabili quaggiù.
Siamo passati alla sesta e ultima benedizione:
6) Benedetti i piccoli da Gesù idealmente presentati alla
umanità intera nella loro unità eternale con Lui. Una
benedizione, questa, che Gesù ha inserito nel racconto
del Giudizio Universale.
Dall’Antico Testamento ricavato, da Lui profondamente
rinnovato. Le novità:
1) Vi entra Lui.
2) Vi entra con un duplice dialogo: coi destrati e coi sinistrati.
Ma quel giudizio reale si è rivelato fin troppo fittizio: non
avverrà in quel modo:
1) I buoni vi figurano ignari di una cosa che si sa: quello
che fanno ai piccoli lo fanno a Gesù.
2) Ci si salva solamente con l’amore beneficale.
3) Gesù lancia una condanna di maledizione contro coloro
che si trascinano il Padre all’eterna morte dell’amore.
Se ne è servito a fare Gesù di un giudizio reale fittizio e
finto? Se ne è servito per metterci una idea veracissima
per cui quel giudizio non è reale, ma ideale. Quale idea?
Vi vuole proclamare due cose:
1) La sua perfetta identità con i piccoli.
2) E di conseguenza la sua insolubile unità con i piccoli.
Il modo di proclamare queste due cose gli viene fornito
dal giudizio finto:
a) Giudizio universale e quindi davanti a tutti.
b) Giudizio pubblico e ufficiale: irreformabile: non
sarà più annullato.
c) In chiusura del tempo e in apertura dell’eternità.
Identità e unità con i piccoli.
Quali? Quelli di necessità devotamente accolta, ma
soprattutto quelli di libera scelta. L’identità e l’unità dei
piccoli con Gesù dice della comunione di vita che i piccoli
hanno realizzato con Gesù. È quella comunione di vita
che darà ai piccoli il vero giudizio, che sarà unicamente
interiore. I piccoli si sentiranno in comunione di vita con
Gesù: Piccolo Lui e piccoli loro.
Sacrificale Lui, sacrificali loro. Benedetto del Padre Lui,
benedetti del Padre loro. Sicurissima, bellissima la benedizione
in riferimento al Padre: Venite benedetti del Padre
mio; come orribile la maledizione riferita al Padre che
Gesù delicatamente non dice: Maledetti del Padre mio che
all’eterna morte dell’amore è giunto con loro.
Quanto risulta vera la novità del visuato Paterno: il Padre
nel talamo Trinitario è il Piccolo Eternale perché sacrificale
pure è immortale.
Nel talamo metamorfosale è il piccolo sacrificale che può
toccare nei malvagi l’eterna morte dell’amore. Da ultimo:
quali gli effetti di quel giudizio ideale? I piccoli saranno
conosciuti, riconosciuti, ammirati, acclamati, celebrati
eternamente dall’umanità intera. Lo vogliamo fare fin da
ora? Evviva i piccoli, i benedetti del Padre celeste, e non
solo a parole; ma piccolando per la nostra benedizione.
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