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Decimo dono:
la preghiera da egoisticale a sacrificale.
La prima preghiera sacrificale è degoisticale: mi tolgo
egoisticità da ogni azione.
È una preghiera continua; proprio quella che vuole Gesù
nel Vangelo. Dura; e che cosa mi fa? Opera in ogni azione
la metamorfosi: nel mio rinnegarmi continuo l’amore
egoisticale diventa beneficale. Il vero beneficale; mentre
quello che viene dall’egoisticale è beneficale falso e
ingannevole.

Pneumatica magia quella del visuato Paterno che tocca il
vecchio fideato e tutto lo rinnova. Tocca la preghiera egoisticale
ed ecco uscir fuori la preghiera sacrificale. Arrivo
alla sacrificale con una nuova conoscenza Pneumatica del
male fisico e morale: dono Paterno, segno profeticale,
mezzo metamorfosale.
Il sacrificale di quel male mi fa convinto: ecco la coscienza
sacrificale che mi fa amare il vivere sacrificale: ed
eccola affettiva. Questa mi fa passare al fare sacrificale, ed
eccola effettiva. Il primo fare sacrificale è quello degoisticale:
tolgo l’egoisticità al sentire, all’agire, e all’acconsentire.
Provengono dal meccanismo automatico infernale
che scatta a ogni tocco esterno e interno di cosa o di persona.
In ogni sentire la coscienza mi fa attento, e con azione
simultanea tra me e lo Pneuma me lo tolgo rinnegandomi:
negandomi sempre di nuovo. È il mio suicidio egoisticale.
È questa la mia prima vera preghiera del fare sacrificale.
Senza di questa, ogni altra è falsa. Essa assume una
qualità marcatamente evangelica.
È la preghiera continua. Quella egoisticale di acquisizione
nasce solo in presenza di un bisogno o fisico o spirituale e
poi si spegne.
Quella egoisticale di liberazione nasce in presenza di un
male fisico o morale, e poi decade.
La stessa preghiera di lode e di adorazione si limita a un
atto religioso sporadico. Ma Gesù nel Vangelo ci ha inculcato
la continuità della preghiera: Pregate sine intermissione.
Pregate continuamente.
Una sola preghiera può vantare la continuità: la preghiera
sacrificale degoisticale, o con espressione più forte: preghiera
del suicidio egoisticale.
Prego guardando, prego ascoltando, prego pensando,
prego fantasticando, prego mangiando e bevendo, prego
abitando e vestendo, prego amicando, prego incontrando e
medicando, prego sfogliando le riviste e guardando la
tivù, prego davanti alla scena violenta, come davanti alla
donna provocante. Prego vivendo, togliendomi la gioia del
vivere e dello star bene in salute.
Prego continuamente perché continuamente mi do suicidio
egoisticale. Davanti a una simile proposta i miei fratelli
si danno alla fuga: ‘Non mi prendi certo a fare una vita
così!’. Ma fermatevi un attimo: vi voglio mostrare anche
cosa succede con una simile preghiera: mi tolgo la vita
dell’amore egoisticale: il piacere del prendere e dell’odiare:
suicidio egoisticale: me la tolgo liberamente impiegando
l’amore sacrificale.
Sciolgo così la morte dell’amore, ed ecco uscir fuori la
vita dell’amore: è la metamorfosi: ‘Trasformazione in vita
della morte dell’amore egoisticale, liberamente sacrificata’.
Dalla morte dell’amore egoisticale alla vita dell’amore
beneficale.
Il passaggio è metamorfosale: solo la metamorfosi dell’amore
egoisticale mi dà l’amore beneficale vero. Senza il
rinnegamento egoisticale tutto l’amore beneficale è falso.
Si va riempiendo il mondo e non solo quello umano; finanche
quello cristiano. Ho osservato le bustine (offerte) dei
bambini; ho estratto 400.000 lire. Puzzavano di amore
beneficale falso; non sono venute infatti dal bagno glaciale
della mortificazione della gola. Non mi dite: però sono
qualcosa, possono salvare alcuni bambini dalla morte di
fame. Sì; ma non li salva dalla morte eterna dell’amore.
Così suonava una campagna quaresimale: ‘Contro la fame
cambia la vita’: giustissimo: falla diventare severamente
mortificata. Il mondo umano ed ecclesiale si sta riempiendo
di fraternità, di solidarietà: una valanga di miliardi per
la povertà che scoppiava: il tutto genuino prodotto dell’amore
egoisticale. Manca un visibile suicidio egoisticale,
né a capo dell’anno, né a carnevale, né a tempo vacanzale.
L’amore beneficale vero passa per il suicidio egoisticale.

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